RAM virtuale, RAM dinamica ed espansione della RAM. Se hai seguito i lanci di alcuni tra gli ultimi smartphone avrai sicuramente sentito nominare almeno uno di questi tre. Che cosa sia la RAM è oramai chiaro a tutti perchè la troviamo da molti anni sia su smartphone che sui normali pc. Tuttavia, termini come RAM virtuale o espansione della RAM sono concetti relativamente nuovi e oggi andremo a vedere insieme cosa sono e come funzionano.

Per contestualizzare il tutto, il Realme Narzo 30 5G annunciato quest’estate in India presenta 6 GB di RAM ma con la funzione di espansione della RAM dinamica, il device è in grado di ottenere fino a 5 GB di RAM aggiuntivi arrivando ad un totale di 11 GB. Dynamic RAM Expansion è il termine utilizzato a fini di marketing da Realme, mentre iQoo utilizza espansione della RAM e vivo la chiama semplicemente RAM virtuale. In tutti e tre i casi si tratta della stessa tecnologia.

Sebbene questa funzione sia presente solamente su una manciata di dispositivi tra cui alcuni Realme, Poco e Xiaomi è molto probabile che con il passare del tempo tutti, o quasi, i produttori adotteranno la Dynamic RAM Expansion.

Cos’è la RAM

Per comprendere il concetto di RAM virtuale dobbiamo prima capire cosa sia la RAM. La RAM (acronimo di Random Access Memory) è una memoria volatile piu’ veloce di qualsiasi altro tipo di memoria di archiviazione. Quando si apre un’applicazione sul proprio smartphone si esegue un processo e tutti questi processi vengono archiviati nella RAM fisica in background. La RAM consente quindi di caricare le applicazioni piu’ velocemente e senza ritardi.

Alla stessa maniera la Dynamic RAM Expansion utilizza la memoria interna dello smartphone come RAM ‘improvvisata’ meglio conosciuta con il nome di RAM virtuale.

Come funziona la Dynamic RAM Expansion

Dynamic RAM Expansion

Detto in parole povere, si tratta di una funzione che trasforma parte della memoria interna del telefono come RAM aggiuntiva che aumenta in maniera efficace la quantità totale di RAM presente sullo smartphone. Come lascia intendere il nome, si tratta di una RAM virtuale, il che significa che la quantità di RAM estesa non è fisicamente presente sul device.

Ad esempio se uno smartphone presenta 6 GB di RAM e 128 GB di spazio di archiviazione e la RAM viene estesa virtualmente di ulteriori 5 GB, tecnicamente si avranno 11 GB di RAM e 123 GB di memoria interna.

Per tutti coloro che hanno familiarità con Linux, questa funzione è già comunemente utilizzata ed è infatti presa in prestito dal mondo dei computer. Anche se alcuni anni fa era necessario ottenere l’accesso come root per estendere virtualmente la RAM, al giorno d’oggi è molto piu’ semplice. Ad ora la quantità di RAM virtuale che è possibile ottenere varia dagli 1 fino ai 7 GB.

Quando viene attivata la funzione di memoria virtuale sul proprio device, lo smartphone assegna effettivamente la quantità di memoria selezionata come virtuale, ma per allocare tale memoria è necessario riavviare il telefono.

Per comprendere effettivamente come funziona la Dynamic RAM Expansion, facciamo un esempio pratico. Supponiamo di avere 10 applicazioni aperte sul nostro smartphone Android e di non avere piu’ RAM effettiva disponibile. In questo caso ciò che accade solitamente è la chiusura forzata da parte del sistema operativo delle app in background o la chiusura delle app con piu’ bassa priorità o di quelle aperte da piu’ tempo.

E’ proprio qui che l’espansione della RAM torna utile. La RAM virtuale gestisce tutte le app che non hanno funzioni dinamiche in background e mantiene quelle app in memoria per un periodo di tempo piu’ lungo. Il sistema Android si prenderà carico di decidere a quali app dare la priorità e quali invece devono essere archiviate nella memoria virtuale.

Applicazioni come la calcolatrice che non hanno molte attività dinamiche in background possono essere spostate nella RAM virtuale se necessario. Ciò accade perchè la memoria interna è molto piu’ lenta della RAM e non è in grado di gestire app dinamiche come ad esempio i giochi. Solamente le applicazioni diciamo meno importanti verranno spostate nella memoria virtuale mentre le altre rimarranno nella RAM effettiva.

La RAM virtuale entra in gioco solamente quando la RAM fisica sta esaurendo il suo limite per gestire i processi. Utilizzando la funzione di RAM virtuale piu’ applicazioni possono rimanere in background per un periodo di tempo piu’ lungo. In particolare le app piu’ leggere lasceranno spazio anche ad app e a giochi pesanti. Notiamo che la presenza della RAM virtuale non aumenterà effettivamente le prestazioni di gioco.

Come detto in precedenza non si tratta di una tecnologia nuova ma sta facendo il suo ingresso solamente ora nel mondo degli smartphone poichè gli utenti necessitano di piu’ RAM per gestire app e giochi sempre piu’ pesanti.

Perchè ora si parla di RAM Virtuale

Solamente un paio di anni fa, 4 GB di RAM erano piu’ che sufficienti, ma con il tempo le applicazioni sono diventate piu’ pesanti e richiedono molte piu’ risorse. Poichè l’aggiunta di piu’ RAM tramite il percorso hardware è difficile e costosa, la RAM virtuale rappresenta una scappatoia per offrire piu’ memoria agli utenti senza incorrere in costi aggiuntivi.

Una domanda che sorge spontanea potrebbe essere, si tratta di una tecnologia che possono sfruttare meglio i device premium o quelli di fascia bassa? Naturalmente i device di fascia bassa solitamente presentano meno memoria e per questo la Dynamic RAM Expansion può risultare molto comoda.

E’ inoltre possibile implementare questa funzione per tutti i produttori di smartphone tramite un semplice aggiornamento. Si tratta però di una funzione che richiede molti test prima di essere implementata.

Che la memoria interna sia di tipo UFS 2.1 o UFS 3.1 non cambia molto perchè in entrambi i casi la velocità di esecuzione è ben lontana da quella offerta dalle RAM fisiche. Poichè solo i processi a bassa priorità sono inviati alla RAM virtuale le differenze di prestazioni tra UFS 2.1 e UFS 3.1 sono praticamente impercettibili.

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